Lytro è un’azienda che si è fatta conoscere qualche tempo fa presentando delle piccole fotocamere con l’improbabile aspetto di un piccolo parallelepipedo colorato, la cui caratteristica principale consisteva nel consentire all’utilizzatore di selezionare il piano di messa a fuoco dopo lo scatto, scegliendo tra 11 livelli di focheggiatura. Un aggeggino da 399 dollari (diciamo pure 400 dollari…) nato da un’idea di Ren Ng, malese di nascita ma residente in California, in grado di scattare immagini quadrate, la cui tecnologia ha però conquistato anche i produttori di telefoni cellulari come Samsung o HTC che hanno proposto loro soluzioni software per ottenere risultati assimilabili per effetto. Ora Lytro presenta la Illum, un apparecchio dalle caratteristiche ben più interessanti per un fotografo che sappia cosa chiedere al proprio apparecchio. Il motore di questo apparecchio dotato di tecnologia plenottica è costituito dal nuovo sensore da 40 Megaray. Lytro utilizza il termine Megaray per indicare un singolo piano di messa a fuoco. Questo in pratica vuol dire che la Illum consente di scegliere dopo la ripresa tra la bellezza di quaranta livelli di focheggiatura, offrendo quindi una scelta molto vasta di piani su cui mettere fuoco. Il risultato finale sarà perciò un’immagine bidimensionale di un peso compreso tra i 4 e i 6 megapixel. Altro aspetto interessante della Illum è costituito dall’ottica in dotazione. Si tratta di obiettivo zoom non intercambiabile a 8x la cui escursione va da 30 a 250mm e offre un’apertura fissa di f/2. L’aspetto più interessante di quest’ottica è però quell’indicazione che compare sul lato sinistro del barilotto e specifica l’estensione della messa a fuoco che va da virtualmente 0mm all’infinito. Si tratta di caratteristiche che potrebbero aprire la strada a un nuovo modo di pensare la ripresa fotografica.
In pratica quindi scattando con la Lytro Illum è impossibile ottenere una fotografia da scartare in quanto fuori fuoco. Il file prodotto dalla Illum oltre a contenere i consueti dati sull’immagine in termini di luminosità e colore, ingloba anche quelli relativi ai piani di fuoco che possono essere selezionati anche dopo la ripresa per mezzo del software in dotazione, compatibile con i più diffusi programmi di postproduzione.